Per la seconda uscita del minicorso SA1 2021, ovvero il recupero del corso base 2020, si decide di andare in Val Gerola ed optare per un itinerario secondario ed evitare quindi la ressa delle mete più blasonate, come il Salmurano, o la cima di Rosetta.
Ci troviamo presto presto al parcheggio del Bione a Lecco, per riuscire a godere delle ore più fredde della giornata ed evitare il previsto esodo di rientro sulla trafficatissima SS36 dell’ultima domenica di zona gialla.
Il bollettino valanghe dice grado due, quindi gran parte degli itinerari sarebbero relativamente sicuri, ma questo non deve farci calare l’attenzione, perché possono comunque rimanere dei punti particolari, dove un distacco rimarrebbe possibile.
La strada che sale al Bar Bianco è parzialmente sgombera dalla neve e riusciamo a salire con le auto quasi fino al bivio della diramazione che porta all’Alpe Corte. Da lì con venti minuti di portage, siamo in breve al rifugio, da dove cominciamo a salire sci-muniti.
La neve vecchia e ghiacciata costringe allievi ed istruttori ad un attento passo felpato, per permettere alle pelli di far presa e non scivolare: la difficoltà del progredire ci costringe ad affinare la tecnica si salita.
Arrivati al Monte Olano, prima tappa della giornata, ci si presenta in fondo il circo di vette che ci attornierà di li a poco. Cartina alla mano, cerchiamo di riconoscere le montagne e valutiamo quale potrebbe essere la traccia migliore da seguire.
Nella conca sotto la vetta del Pizzo Olano, osserviamo la valanga staccatasi dalla ripida parete E del Pizzo dei Galli; notiamo che in alto incombono ancora alcuni blocchi sospesi, ma noi rimaniamo fuori dal pericolo di un secondo crollo e procediamo distanziati per guadagnare il colletto.
Arrivati alla sella scrutiamo la pala finale che ci manca per conquistare la cima del Pizzo Olano. Tentiamo di salirla con gli sci nello zaino, ma chi per primo arriva verso la ripida parte finale, trova l’infida sorpresa di un sottile strato di ghiaccio nascosto da un accumulo di 10-20cm di neve inconsistente.
Si decide quindi di rinunciare alla vetta e tornare sui nostri passi!
Calziamo nuovamente gli sci, chiudiamo gli scarponi e ci avviamo verso la parte più veloce della nostra uscita di sci alpinismo: la discesa.
La neve vecchia ed esposta a NE cambia repentinamente: all’ombra in alcuni rari punti è ancora invernale, ma appena prende un po’ di sole, si passa dalla crosta, alla neve primaverile dura e portante, fino a quella ormai troppo scaldata che non regge più il nostro peso.
Insomma, una sciata non facile!
Arriviamo in fondo al bosco con le lamine che grattano rumorose la neve in ombra, ed in fine sciamo sugli ultimi prati alla ricerca delle poche lingue di neve rimasta.
Vorremo poter concludere la giornata davanti ad un piatto di pizzoccheri, o almeno una birra, ma le regole di distanziamento sociale ci impongono la rinuncia e ce ne torniamo tutti soddisfatti a casa.