Lezione in palestra a Cantù

Prima lezione pratico/teorica nella palestra Saint Pauls Rock all’oratorio San Paolo Cantù, per gli allievi del corso monotematico M-F1 dedicato alle ferrate.  

Numerosi gli istruttori presenti, che hanno preso in carico gli allievi, dividendosi in gruppetti per affrontare gli argomenti che il Direttore del corso Olivio aveva suggerito loro: indossare e regolare l’imbragatura e il casco, controllare il compagno, alcune basi sulla tecnica d’arrampicata, i principali nodi, come legarsi in cordata ed in fine, come assicurare se stessi e il compagno.

Calzata l’imbragatura e il casco, gli allievi si sono controllati a vicenda per assicurarsi di non aver commesso qualche errore, pronti per imparare i principali nodi che si usano in montagna.

Si è cominciato con l’otto per legarsi alla corda di cordata, per poi capire come costruite gli autobloccanti machard e prusik.

Si è poi passati agli esercizi per unire due corde con i nodi doppio inglese, il nodo delle guide e il nodo galleggiante.

Gli istruttori mascherati hanno poi dimostrato agli allievi, pure loro mascherati, come tensionare una corda fissa e quindi bloccarla con l’asola e contro asola.

In fine su di una sosta simulata attaccata al muro d’arrampicata, si è imparato a fare il mezzo barcaiolo, con la prova del ribaltamento dello stesso e il successivo passaggio al barcaiolo intero.

Tutti gli esercizi si sono poi svolti anche ad occhi chiusi, per prendere dimestichezza con le manovre e fissarli a mente.

Le basi teoriche ora ci sono, gli allievi sono pronti per il passaggio successivo degli esercizi da ripetere in pratica in falesia. 

Appuntamento quindi a domenica prossima alla falesia della Sassella.

M-F1 materiali per ferrata

Martedì sera in sezione CAI a Cantù si è aperto il corso monotematico sulle ferrate M-F1 2021. Molte le adesioni, ma purtroppo non abbiamo potuto soddisfarle tutte.

Il direttore della scuola Olivio Bonizzi INSA, ha introdotto il corso e spiegato nel dettaglio gli obbiettivi didattici e come li affronteremo: lezioni pratiche a secco prima e poi in ambiente, precedute dalle lezione teoriche che, per ridurre i possibili contatti causa pandemia, verranno effettuate per la prima volta dalla nostra scuola on-line.

I numerososi allievi hanno fatto diverse domande e la lezione è risultata molto interessante ed apprezata.

Ci “vedremo” venerdì prossimo 15 ottobre alle 21:00 per il primo capitolo teorico sulla catena d’assicurazione e le tecniche di progressione in ferrata.

Condurrà la lezione a distanza Graziano Sangiorgio IA.

Chiunque voglia ascoltare potrà seguire il webinar da questo link.

Finalmente si ricomincia

Ieri sera 30 settembre, l’assemblea degli istruttori ha deliberato la ripresa delle attività didattiche della Scuola.

Ferrate

A breve pubblicheremo le informazioni e i relativi moduli d’iscrizione per due corsi monotematici volti alla sicurezza in montagna.

Il primo sarà dedicato alle FERRATE (M-F1), che svolgeremo fra ottobre e novembre.

Sicurezza sulla neve

Il secondo lo inizieremo verso la fine di novembre, sperando nella neve a pochi Km da casa e sarà dedicato alla sicurezza della montagna innevata: M-PAN.

Olano rinunciato 😉

Per la seconda uscita del minicorso SA1 2021, ovvero il recupero del corso base 2020, si decide di andare in Val Gerola ed optare per un itinerario secondario ed evitare quindi la ressa delle mete più blasonate, come il Salmurano, o la cima di Rosetta.

Ci troviamo presto presto al parcheggio del Bione a Lecco, per riuscire a godere delle ore più fredde della giornata ed evitare il previsto esodo di rientro sulla trafficatissima SS36 dell’ultima domenica di zona gialla.

Il bollettino valanghe dice grado due, quindi gran parte degli itinerari sarebbero relativamente sicuri, ma questo non deve farci calare l’attenzione, perché possono comunque rimanere dei punti particolari, dove un distacco rimarrebbe possibile.

La strada che sale al Bar Bianco è parzialmente sgombera dalla neve e riusciamo a salire con le auto quasi fino al bivio della diramazione che porta all’Alpe Corte. Da lì con venti minuti di portage, siamo in breve al rifugio, da dove cominciamo a salire sci-muniti.

La neve vecchia e ghiacciata costringe allievi ed istruttori ad un attento passo felpato, per permettere alle pelli di far presa e non scivolare: la difficoltà del progredire ci costringe ad affinare la tecnica si salita.

Arrivati al Monte Olano, prima tappa della giornata, ci si presenta in fondo il circo di vette che ci attornierà di li a poco. Cartina alla mano, cerchiamo di riconoscere le montagne e valutiamo quale potrebbe essere la traccia migliore da seguire.

Nella conca sotto la vetta del Pizzo Olano, osserviamo la valanga staccatasi dalla ripida parete E del Pizzo dei Galli; notiamo che in alto incombono ancora alcuni blocchi sospesi, ma noi rimaniamo fuori dal pericolo di un secondo crollo e procediamo distanziati per guadagnare il colletto.

Arrivati alla sella scrutiamo la pala finale che ci manca per conquistare la cima del Pizzo Olano. Tentiamo di salirla con gli sci nello zaino, ma chi per primo arriva verso la ripida parte finale, trova l’infida sorpresa di un sottile strato di ghiaccio nascosto da un accumulo di 10-20cm di neve inconsistente.

Si decide quindi di rinunciare alla vetta e tornare sui nostri passi!

Calziamo nuovamente gli sci, chiudiamo gli scarponi e ci avviamo verso la parte più veloce della nostra uscita di sci alpinismo: la discesa.

La neve vecchia ed esposta a NE cambia repentinamente: all’ombra in alcuni rari punti è ancora invernale, ma appena prende un po’ di sole, si passa dalla crosta, alla neve primaverile dura e portante, fino a quella ormai troppo scaldata che non regge più il nostro peso.

Insomma, una sciata non facile!

Arriviamo in fondo al bosco con le lamine che grattano rumorose la neve in ombra, ed in fine sciamo sugli ultimi prati alla ricerca delle poche lingue di neve rimasta.

Vorremo poter concludere la giornata davanti ad un piatto di pizzoccheri, o almeno una birra, ma le regole di distanziamento sociale ci impongono la rinuncia e ce ne torniamo tutti soddisfatti a casa.

Ripresa in maschera 😷

Nel weekend del carnevale Ambrosiano, finalmente ricominciamo con l’attività della Scuola mascherandoci, non per simpatizzare con l’allegro periodo, ma perché è l’unica maniera che ci permette di fare didattica con gli allievi e al tempo stesso contrastare la diffusione della pandemia.

Per mesi, anzi, per un anno intero, abbiamo civilmente atteso questo momento che fino all’ultimo, ovvero giovedì scorso, era ancora in dubbio;  per fortuna la Lombardia è rimasta in zona gialla!

 Riprendiamo quindi il corso interrotto e ci ritroviamo a Montespluga, con l’obbiettivo di salire al bivacco Cecchini, riprendere i concetti di topografia e rispolverare le tecniche di autosoccorso.

Dovendo tutti viaggiare senza stipare le auto, in paese ci sono già molte macchine e i parcheggi sono ormai quasi saturi, ma per fortuna un angolo qua e la lo troviamo.

Ci dividiamo in gruppetti (1 istruttore 2-3 allievi) e nell’ampia Val Loga rispettare le distanze di sicurezza non è difficile, così gli ampi spazi ci permettono di camminare anche senza la mascherina. 😉

C’è chi sale seguendo il percorso classico e ben battuto, guadagnando in velocità di progressione, che gli permette di arrivare fino in vetta; mentre chi segue una via alternativa, deve battere traccia ed arriva per ultimo al bivacco.

In quota tira un vento fastidioso, che ci mette fretta di tornare più in basso, dove invece la coda dell’inverno alle porte, sta lasciando spazio alle giornate miti e piacevoli della primavera.

I vari gruppi divisi si auto organizzano per poter fare l’esercitazione di ricerca del sepolto, quindi trovare il primo segnale, poi il modulo a croce, la sonda e lo scavo obbligatoriamente mascherato. 😷

In fine il senso civico di evitare gli assembramenti, ci impone l’obbligo di rinunciare ad un panino e birra in compagnia e, dopo il lungo digiuno da look-down, torniamo a casa soddisfatti di aver potuto godere della montagna con gli sci d’alpinismo in libertà.

Qui il video della gita.

Domenica 21 febbraio 2021

Piz de Mucia SA1 2020

Abbiamo chiesto ad un nostro allievo di scrivere le sue impressioni della gita di domenica scorsa; ringraziamo Giuseppe Tremari per il racconto. 😁

Domenica 23 febbraio abbiamo affrontato la quarta uscita pratica. Destinazione San Bernardino, il nostro obiettivo è il Piz de Mucia, una bella salita da 1.200 mt.

La giornata presenta un tempo variabile e il clima molto dolce. Oramai gli Allievi hanno preso dimestichezza con l’attrezzatura. All’arrivo, si formano rapidamente i Gruppi e si parte. Saliamo veloci e ci inoltriamo nel bel vallone dell’Alp Vigon. WhatsApp Image 2020-02-23 at 16.18.18L’obiettivo della giornata è l’applicazione dei criteri di riduzione del rischio valanghe; la considerazione dei fattori di rischio e l’osservazione del manto nevoso; nonché la scelta della traccia.

Il Gruppo si allunga, formando un biscione che serpeggia, ognuno con il proprio ritmo.

Dopo una prima salita, la parte centrale del Vallone ci permette di riprenderci con un bel falso piano. Sulla nostra sinistra si staglia la cresta del Pan de Zucher.

La neve appare bella, in alcuni punti un po’ crostosa. Ci impegniamo a ricercare la massima adesione delle pelli al manto nevoso e la salita non presenta particolari problemi. L’ultima parte, alquanto ripida, ingaggia gli Allievi, in una serie di conversioni a monte, le famose pertichette, alcune particolarmente impegnative.

Proseguiamo puntando decisi al fondo della valle, dove ci aspetta un ripido strappo che ci porterà ai 2.957 m nei pressi di un pietrone sotto la vetta, il nostro deposito sci. Finalmente la nostra meta.

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La vista è splendida, peccato che il sole si faccia desiderare. Una breve pausa per riposare e rifocillarci ed è ora di scendere.

Sciamo a gruppetti sparpagliati, ricompattandoci regolarmente ogni tot. La neve morbida, in alcuni tratti è talmente bagnata che sembra di sciare sul vinavil. 😬

E’ il momento di ripassare la tecnica di discesa e gli Istruttori si prodigano nelle spiegazioni, in particolare sulla posizione del corpo e i movimenti delle gambe.

La sciata è comunque bella, su pendii che offrono varie difficoltà. In breve tempo raggiungiamo le auto. La giornata è stata faticosa ma piena di soddisfazioni. 😁

La stanchezza si fa sentire, unitamente all’euforia di aver fatto una bella gita. Dalle auto spuntano delle bottiglie di prosecco: Giuditta compie gli anni e il Gruppo si sente in dovere di festeggiare adeguatamente. 🎂

Giuseppe Tremari

 

Metà corso SA1 2020

49543926693_6a99146d66_cOrmai gli allievi hanno imparato a metter le pelli, calzare gli sci e fare il group check alla partenza; ci si può quindi rivolgere ad altri aspetti del progredire in montagna sulla neve con gli sci.

La gita di domenica 16 febbraio allo Julierpass è stata dedicata a saper individuare il percorso migliore per la salita, impostare la giusta pendenza della traccia, scegliere la direzione più idonea e soprattutto arrivare a destinazione guardando la cartina e il percorso che si sta facendo.

Gli allievi divisi in piccoli gruppetti si sono quindi cimentati, a turno, nel valutare la macro e micro traccia, ponendosi degli obbiettivi da raggiungere man mano che si sale e, valutando nel corto raggio, dove mettere gli sci per eseguire le famose pertichette.

La valle che affrontiamo ha pendenze dolci e un lungo pianoro ci da modo di camminare fianco a fianco, per poter chiacchierare e conoscerci meglio.

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49544292131_ce9a6d537b_cIn breve però ci avviciniamo all’ultima rampa che ci porterà in vetta al nostro Corn Suvretta.

Li le pendenze si fanno più sostenute e i dietro front si seguono uno dopo l’altro.

WhatsApp Image 2020-02-16 at 21.11.58Ad un certo punto il canale si stozza e, Olivio che davanti conduce la comitiva, suggerisce di levare gli sci per evitare di passare nel centro di un sospetto accumulo da vento. Passiamo quindi a sinistra dall’ambiguo pericolo, poco dopo rimettiamo gli sci e in breve conquistiamo i 3071m della vetta.

La vista spazia tutt’intorno su bellissime montagne innevate: mangiamo un boccone, facciamo una foto e ci organizziamo per la discesa.

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La parte alta si rivela divertente, anche se la neve non è così facile da sciare, ma qualche bella curva, in questa stagione avara di precipitazioni, riusciamo comunque a farle.

Ricompattiamo il gruppo proprio fuori dalla prima ripida rampa e di nuovo ci si sparpaglia;  istruttori davanti seguiti dagli allievi, per tornare in un batti baleno tutti contenti alle macchine.

Seconda puntata in Valgerola

Test gruppo.jpgIl corso prosegue con la prima vera gita: facile salita al Monte Salmurano con 800 e rotti metri di dislivello. 💪🏻

Arriviamo presto al parcheggio delle funivie di Pescegallo, ma già ci sono molte auto; più tardi, al nostro rientro, le vetture parcheggiate saranno fino oltre l’ultimo tornante.

Gli allievi si dividono in piccoli gruppetti capeggiati da un paio d’istruttori ciascuno e, fatto il group-check ARtVA, cominciano a salire la prima rampa, dove la neve dura mette i nostri scialpinisti in erba sull’attenti! Non essendo un punto pericoloso, decidiamo che i rampanti non siano necessari e stimoliamo quindi i nostri discenti a perfezionare la tecnica di salita.

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Durante la salita ci fermiamo più volte per esercitarci con bussola e cartina, per metter in pratica le nozioni imparate in settimana. ☝🏻

In breve la stradina è percorsa e ci infiliamo fra i paravalanghe, seguendo un percorso più diretto e quindi più ripido, che darà la possibilità di cimentarsi in cento pertichette (noi chiamiamo così le conversioni) e altrettanti passi di giro, per fare pratica.

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L’arrivo al colle prima della vetta impegna certi allievi, chi più chi meno, ad un ultimo sforzo: per molti è la prima vera salita sci alpinistica e, per quelli meno allenati, gli 800 m cominciano ad essere davvero tanti. Comunque sia tutti raggiungono la cima, mentre a N le nuvole hanno cominciato a scavalcare la cresta principale delle Alpi in uno sfondamento da settentrione.

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A metà della discesa il gruppo si ricompatta alle Foppe di Pescegallo, dove due campi di ricerca aspettano gli allievi per l’esercitazione odierna: trovare un sepolto con l’ARtVA e disseppellirlo con il metodo del nastro trasportatore.

Sotto la neve, ad una profondità di 1,30m sono stati nascosti due zaini che vengono traguardati dai cercatori in pochissimo tempo; si montano quindi le sonde e uno ad uno gli allievi imparano a “sentire” il target del travolto sotto la neve. WhatsApp Image 2020-02-02 at 18.13.23

Inizia lo scavo con tre spalatori che si scambiano di ruolo ogni 2-3’ e ricevono il cambio da chi è rimasto fuori, per permettere a tutti di cimentarsi con la pala nella neve.

Lo zaino viene liberato in circa 15’, quindi l’obbiettivo è pienamente raggiunto! 👏🏻

Riaccendiamo gli ARtVA, controlliamo tutti con un cancelletto prima di ributtarci nella discesa e in meno di mezz’ora siamo di ritorno alle auto.

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Allievi tutti soddisfatti per la conquista della vetta odierna e per l’esperienza di scavo vissuta. 😁

Ci ritroviamo a valle per un non veloce pranzo 😱, dandoci appuntamento in settimana per la prossima lezione teorica.

1ª uscita corso SA1 2020

Al’8 gennaio, dopo il periodo di festività natalizie, presso la sede CAI Asso, si è dato il via al XXV° corso di scialpinismo SA1.

18 allievi entusiasti e motivati, hanno cosi iniziato il cammino per diventare scialpinisti autonomi.

Nella prima lezione teorica, Riccardo Ugo, direttore del corso, ha spiegato il materiale tecnico e l’abbigliamento necessario per praticare questa disciplina.

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Nella Seconda lezione teorica, Oscar Gilardoni è entrato nei temi principali dello scialpinismo, Neve e valanghe.

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Nella terza lezione, Roberto Guffanti ha trattato l’argomento del funzionamento e l’utilizzo del sistema di ricerca dei travolti in valanga in classe e, uscendo nel parco poi, ha fatto fare degli esercizi a “secco” agli allievi per farli prendere dimestichezza con l’ARtVA.

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La prima lezione pratica di domenica di 26 gennaio presso la skiarea Chiesa in Valmalenco, prevedeva la valutazione degli allievi nella tecnica di discesa, in pista e in fuori pista.

Divisi in gruppetti, si è potuto lavorare sulle impostazioni di base nella discesa con gli sci;

  • curva condotta corto raggio, eseguita a velocità controllata in un corridoio di circa 3 m
  • curva condotta medio raggio, eseguita a velocità controllata in un corridoio di circa 5-7 m
  • curva condotta ampio raggio, eseguita a velocità controllata cercando di occupare tutta la pista
  • tecnica di discesa in fuori pista, adottando i principi base della discesa in pista
  • per i più bravi, la tecnica per poter affrontare pendii ripidi tra ostacoli imminenti, la curva saltata.

Finita la la lezione in pista, è poi arrivato il momento di dedicarci alla tecnica di salita, così dopo una pausa per riprendere le energie, ci siamo ritrovati tutti nella parte superiore della seggiovia Bocchetta del Torno per dirigerci verso il Sasso Nero.

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Messe le pelli, si è provveduto al test di gruppo, per vedere se tutti avessero messo il proprio dispositivo ARtVA in trasmissione.

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Sempre divisi in gruppetti, abbiamo provato le varie tecniche di progressione: far scivolare lo sci con le pelli, il cambio di direzione per mezzo dell’apertura di punta o di coda e, con l’aumento della pendenza, la successione di movimenti per eseguire un passo di giro, un passo di giro evoluto, un passo di giro infilato.

Raggiunto un tratto ghiacciato che culminava verso una bocchetta, si è potuto mettere i rampanti per far provare la progressione con essi.

Terminata la lezione di tecnica in salita, il nostro programma prevedeva un’ultimo tema della giornata, la ricerca di un dispositivo ARTVA sepolto sotto la neve.

Completiamo la giornata facendo una bella sciata in pista fino a raggiungere S. Giuseppe.

Complimenti a tutti!