Questa mattina ci siamo ritrovati a Valbrona sotto una fine pioggerella, che poco invitava ad avventurarsi in montagna.

Fortunatamente il direttore della scuola di alpinismo, forte delle previsioni meteo studiate con cura, con la consueta vitalità ci ha spronato ad incamminarci e a rispettare il programma della giornata.
Abbiamo imboccato il sentiero che da Visino risale ripido verso la Colletta dei Corni e di qui prosegue con pendenza moderata, in direzione del rifugio SEV e del Corno Occidentale di Canzo. Il bosco vestito dei caldi colori d’autunno, ci ha regalato scorci bellissimi, mentre un po’ di chiacchiere lungo la salita di avvicinamento, ci hanno permesso di fare un po’ di conoscenza tra di noi. Il meteo, come previsto, si è rivelato favorevole.

Superata la faggeta ed attraversati i prati soprastanti, siamo presto giunti all’attacco della Ferrata del Venticinquennale, alla base della parete rocciosa meridionale del corno. Sotto l’occhio esperto degli istruttori abbiamo indossato l’attrezzatura e, assicurati al cavo, abbiamo attaccato la salita, che per alcuni di noi rappresentava il “battesimo” delle vie ferrate.

Siamo risaliti con calma e tranquillità da una prima placca e da un canalino, per poi affrontare il lungo ed impegnativo traverso panoramico, che caratterizza la via. All’uscita di questo abbiamo incontrato una scala metallica, che ci ha condotto alla base di un ultimo torrione roccioso, il quale presenta qualche passaggio verticale su placchette lisce ed un lieve strapiombo. Gli istruttori ci hanno costantemente guidato con pazienza, stando sempre molto accorti ai nostri movimenti ed elargendo utili consigli.

Terminata la ferrata, con una certa emozione, ci siamo complimentati gli uni con gli altri. Giunti in cima al Corno Occidentale attraverso il Passo della Vacca, mentre gli istruttori allestivano una sosta per la calata, ognuno di noi con cordini e moschettoni ha preparato la longe e tutto quanto necessario per assicurarsi durante la discesa in corda doppia. Uno alla volta ci siamo cimentati nell’esercizio, che ormai inizia ad esserci familiare, calandoci lungo il ripido canalino che incide il versante settentrionale del corno.
Ci siamo poi riuniti al Rifugio SEV, dove abbiamo pranzato, chi con le gambe sotto un tavolo e chi seduto sotto un albero. Il direttore ha quindi tenuto una breve lezione di cartografia “sul campo”, mostrando l’uso corretto di carta topografica e bussola e ci siamo poi confrontati sull’utilizzo di questi strumenti.

Soddisfatti per la bella escursione e per gli insegnamenti ricevuti, ci siamo poi incamminati lungo la via del ritorno, ripercorrendo a ritroso il sentiero di andata. Il bosco ammantato delle foglie cadute ci ha nuovamente accolto e tenuto compagnia fino al fondovalle, dove ci siamo salutati dandoci appuntamento alla prossima uscita.
Giacomo Tettamanti